giovedì 27 settembre 2007

NATI PER UCCIDERE ?

L'indottrinamento dei figli delle famiglie della 'ndrangheta, comincia a 5 anni, a 13 imparano a piazzare le bombe, a 16 uccidono.
Riescono a mantenere un legame sempre forte con i valori con cui sono cresciuti.
Sono ragazzi che controllano i sentimenti, il dolore.
Per loro mostrarli e' segno di debolezza.
Sono giovani chiusi, cresciuti spesso senza padri (uccisi o in carcere).
La maggior parte dei denunciati ha un eta' compresa tra i 16/17 anni.
Hanno valori tradizionali, quelli tipici della loro famiglia, sono poco desiderosi di fare nuove esperienze, preferiscono il carcere ( che vale punti nel loro curriculum criminale), anziche' una comunita' di recupero.


Mediamente sono piu' studiosi dei giovani mafiosi delle altre regioni, qualcuno arriva alla laurea ;
vivono in sudditanza psicologica nei confronti dei genitori e dell'organizzazione ; per loro e' inconcepibile rinnegare la famiglia e le tradizioni.
Sono adolescenti atipici, obbedienti e per niente ribelli, non contestano neppure con il linguaggio del corpo attraverso piercing, orecchini..
Anche in carcere sono rispettosi ed osservano le regole.
La vera peculiarita' dei bambini della 'ndrangheta e' che quando finiscono in carcere, solitamente ci entrano insieme ai parenti.
Toglierli dalla cosca significa privarli dei loro affetti.

2 commenti:

Romano Scaramuzzino ha detto...

Forse è vero quello che tu scrivi (forse) ma se fosse così più che "nati per uccidere" sarebbero "nati senza speranza". Ed io credo - anche se fosse una bassa percentuale - che bisogna pensare che per qualcuno di loro c'é una possibilità di svolta. Ne sono certo.

Romano

Giovanna Alborino ha detto...

sicuramente per qualcuno ci sara' una svolta, c'e' anche chi si laurea in medicina e in giurisprudenza. Ma sara' una piccolissima parte, perche' tutto dipende dalla nostra infanzia, e se in famiglia si assumono atteggiamenti che possono nuocere la nostra psiche allora e' finita. Cosi questi bambini non si sentiranno mai come altri loro coetanei, ma sempre diversi.