venerdì 26 ottobre 2007

SOLA CONTRO I "TALEBANI IN CRAVATTA"

Malalai Joya e' una deputata afghana di 29 anni che sfida forze piu' grandi di lei: il suo primo obiettivo e' confrontarsi davanti ad una corte internazionale con i capobanda tribali, molti dei quali siedono proprio in Parlamento.

Questa ragazza, impegnata da anni nella lotta per portare la democrazia nel suo Paese e liberarlo dai trafficanti di droga, armi e violatori dei diritti umani, sopravvissuta a 3 attentati, costantemente sotto scorta, lotta per tornare nel suo Parlamento, da cui e' stata espulsa illegalmente dopo un'intervista in cui definiva l'Assemblea "una stalla".

Nei suoi viaggi in tutto il mondo, denuncia la situazione afghana: sostiene che il Paese e' governato da membri dell'Alleanza del Nord, fondamentalisti che lei definisce "Talebani in giacca e cravatta".
Malalai sa' di avere le ore contate ma non molla, spesso si nasconde sotto il burqa.
L'unico suo rammarico e' quello di avere un'unica vita da spendere per la sua gente.
Sa' che prima o poi, con la sua lotta, gli afghani conosceranno la democrazia

8 commenti:

LauBel ha detto...

che forza le donne... anche la storia della benazir bhutto non è niente male!

enzorasi ha detto...

Giovanna io ti chiedo e chiedo a tutte le donne italiane, soprattutto a quelle impegnate politicamente a sinistra, quelle che fanno ferro e fuoco nelle marce per la pace, che gridano schifate al pericolo dell'antifemminismo cristiano (e cattolico in particolare),che nei paesi islamici si piazzano il velo in testa per "rispetto" e in Italia vorrebbero entrare seminude in chiesa...io chiedo perchè vi piace tanto la cultura della mezzaluna? Perchè dite che non vene fotte niente del Vangelo interpretato dai cardinali e amate così tanto il Corano e i suoi ayatollah? Sono 35 anni che me lo chiedo. In genere la risposta èun'occhiata sprezzante.

Fabioletterario ha detto...

Ecco le voci che non bisognerebbe mai smettere di far parlare!

Anonimo ha detto...

Penso che sia molto duro fare la "politica" in un paese come l'Afghanistan, per lo pi� per una donna, davanti a lei c'� una strada molto ripida e dura.

Anonimo ha detto...

Enzorasi hai detto una cosa interessante su cui riflettere.
Puoi leggere al riguardo i miei commenti sul post di Giovanna, intitolato:
"La chiesa ci insegna a tacere".

Ciao.

P.S.: Le donne che vedete in TV, possibili leader di popoli orientali o sotto dittatura, sono tutte donne strumentalizzate da politici senza scrupoli per altri loschi piani. Perchè siete così ingenui?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Se la questione afaghana ti interessa particolarmente io avevo intervistato nel mio blog Simona Cataldi che era in stretto contatto con Malalay e che parlò di Afghanistan anche da Lerner ( la contattai in trasmissione infatti)

Da quella mia intervista riportata in toto sul mio blog sono emerse cose che non si sanno per nulla su quella realtà

Giovanna Alborino ha detto...

@enzo: credo che te lo chiederai per altrettanti 35 anni..
un saluto
gio

Demonio Pellegrino ha detto...

Giovanna, come puoi bene capire dal mio post di ieri, non potrei essere piu' d'accordo.

Enzorasi, io mi faccio esattamente le stesse domande. Ma vorrei che lo stesso ragionamento lo facessero non solo le donne a sinistra ma anche gli omosessuali che criticano la chiesa come il diavolo, senza dire %ah% sull'islam. Credono davvero che il loro modo di vivere sarebbe non dico apprezzato, ma addirittura tollerato nella sharia? Non credo.