Dalle letture dei giornali si e' potuto capire che gli Ultra' altro non sono che vandali, neo-fascisti, teppisti, delinquenti poco scolarizzati....
Eppure una risposta piu' approfondita la si puo' trovare in libreria.
Da una analisi approfondita emerge che: l'universo ultra' e' formato da decine di galassie, comprende numerosi mondi, ed e' composto da tanti ragazzi della porta accanto.
Persone insospettabili, come hanno dimostrato gli arresti di qualche settimana fa', in seguito ai disordini avvenuti per la morte del tifoso, Gabriele Sandri: studenti, impiegati, commercianti, piccoli imprenditori.
Essere Ultra' significa aderire a una mentalita' e a riti codificati.
Niente a che fare con la criminalita' comune.
In ogni libro di riferimento, a cominciare dal piu' noto degli ultimi anni, Fedeli alla tribu',
si legge che nel comportamento ultra' si delineano uno stile di vita, una serie di simboli mentali che, negli anni del vuoto ideologico riempiono il cuore e la testa di migliaia di tifosi.
Un altro testo, Febbre a 90°, parla di storie di ragazzi in bilico fra precarieta' esistenziali, passioni travolgenti, senso di appartenenza, trascinati da una ferrea logica del branco che travolge le regole e ha come sbocco la violenza brutale.
Libri che ci fanno capire l'oggi, e ci indicano quello che potrebbe succedere domani.
16 commenti:
Non sono di quelli che credono che ultrà sia per forza violenza. Mi interrogo, però, sulla forza di certe passioni. Sono tifosissimo dell'Inter (credo sia una delle origini della mia calvizie) ;-) ma mai adotterei schemi mentali tali da farne una ragione d'essere. Ti abbraccio
Anche il tifoso gabriele Sandri era un Ultrà.Ha avuto precedenti per violenza negli stadi e nel giorno della sua morte aveva anche delle pietre in tasca.Certo,dispiace che è morto in maniera così inopportuna ma di sicuro non era un stinco di Santo.
Poi i funerali di Stato per lui mi sembrano un po eccessivi.C'è tanta povera gente che muore e non viene considerata.Mah.
Oramai la società mass mediatica chiama "ultrà" persone che semplicemente commettono reati. Con questi soggetti basta applicare il codice penale. Nulla di più.
Fare della "sociologia sulla violenza" non ha alcun senso.
Paolo
I testi che hai citato sull'universo ultrà li conosco e sono utili per aver buoni punti di riferimento; ma io credo che non bastino. E' impossibile non avvertire una profondissima scollatura fra lo sport, l'agonismo e questa canaglia che strumentalizza una partita di calcio per sfogare i suoi più basssi istinti. Noi sbagliamo, e forse con ciò dissento da digito ergo sum, quando cerchiamo di inserire la violenza, l'arroganza, l'ignoranza più bieca nell'ambito di un discorso che riguarda lo sport. Secondo me il calcio così com'è oggi in Italia dovrebbe chiudere! Dovrebbe avere il coraggio di non fare da sponda ai delinquenti che infestano le gradinate degli stadi. L'onesto, il tifoso normale e appassionato dovrebbe rinunciare per un certo periodo al piacere della partita domenicale, non casca il mondo ma sarebbe un segno forte, una dichiarazione seria d'appartenenza al mondo degli uomini e non a quello delle bestie urlanti. Ma non accadrà perchè gli interessi economici sono enormi e i soldi vincono lo scudetto già alla prima di campionato...chiedetelo ai commentatori delle decine di trasmissioni sportive che popolano i media.
Giovanna vedo che ogni tanto passi sul mio blog "sospeso", mi commuovi. Grazie
@enzo:passo sempre da te...come potrei abbandonaree un animo sensibile come il tuo...
Ciao Giò,
per me questa è gente stupida. Intendo l'ultrà violento non il tifoso. Mi sembra inutile trovare sempre e comunque motivazioni sociologiche alla violenza. Purtroppo credo che ci sia ben altro dietro questo fenomeno.
A presto
Bisogna iniziare ad odiare il calcio è tutto quello che gira intorno.......
Che io sappia, correggetemi se sbaglio, gli ultrà sono semplicemente delle tifoserie organizzate, piuttosto assidue nel seguire le partite allo stadio, dotati di striscioni, preparati su slogan e quanto altro serva a spettacolarizzare il tifo. all'interno di questo gruppo ci sono poi delle frange violente.
non ho difficoltà a credere che negli ultras ci siano persone di diverse categorie sociali e rispettabili, alla luce del fatto che non esiste un legame univoco tra ultras e violenza.
Invece, credo che tra i sottogruppi violenti e criminalità ci sia una certa correlazione.
La "legge del branco".
Il bandolo della matassa è qui.
Nel branco l'individuo perde la sua soggettività per seguire lo schema del gruppo. Di qui la trasformazione
Nella speranza che nulla si ripeta più...!
conosco il fenomeno diciamo da "vicino" e non aggiungo altro, forse un tempo gli ultra erano solo tifoserie ben organizzate e assidue nel seguire la squadra del cuore, preparavano striscioni, qui a roma molto ironici e tendenti allo sfotto', ora la maggior parte di loro sono diventati "violenti" (senza distinguere il colore politico, quando si tratta di menare le mani allo stadio non c'è tutta questa frattura politica, a volte come abbiamo visto si alleano persino squadre avversarie), ma la violenza nasce dalla rabbia profonda che hanno dentro questi ragazzi e ci dovremmo chiedere NOI genitori, educatori, politici da dove questa rabbia proviene e perchè non si riesce a incanalarla in altri mezzi. Io me la ricordo ancora la mia adolescenza in alcuni momenti è stata veramente buia, un perenne oscillare tra depressione e rabbia, io sono stata più fortunata: l'ho sfogata nel gioco, giocavo a pallavolo, tiravo certe schiacciate che se ti beccavano ti ammazzavano (tanto per dirne una), andavo a nuotare mi facevo 40/50 vasche in un'ora, tornavo a casa sfinita, e poi avevo i miei adorati libri e miei film.....
e avevo anche grandi lotte politiche da sostenere, sogni che si potevano ancora sognare, ora c'è il vuoto, c'è tanta rabbia in giro, c'è la legge del più forte urlata in tv, tu cerchi di educare ma ti trovi davanti degli sbarramenti incredibili.
Quando erano piccoli i miei figli mi dicevano che li prendevano in giro per come parlavano, perchè non usavano il dialetto e avevamo presente sintassi, grammatica e consecutio...
ora mi dicono a ma', famo, dimo....
si sono adeguati nonostante io ripeta loro che essere diversi è un pregio non un difetto
@zefirina:hai centrato nel dire che oggi c'e' il vuoto, e bisognerebbe capire la causa di certi comportamenti...
ma come si fa' a credere qualcosa in un italia che non ti offre un lavoro ben retribuito, dove prima la giustizia non ha rispetto delle vittime...
grazie per le tue parole..
un caro saluto
In linea e condivido quanto detto dagli amici Franca e Enzo.Purtroppo bastano pochi elementi a trascinare tutti. In Inghilterra si è riusciti a sconfiggere la violenza degli hooligans. Addirittura gli stadi inglesi nn prevedono e nn hanno vetrate e ringhiere divisorie cn il campo da gioco; basta saltare il fosso e si è sul campo. In Italia, allo stato attuale è impensabile tutto questo...purtroppo...
Ciao e buona serata :-))
Chi sono gli ultrà è una cosa, chi gli ultrà vogliono far credere siano i mass-media?
Diciamo che, come in quasi ogni campo, anche lì esistono i buoni e i cattivi. La cosa strana che ultimamente però quasi tutti quelli che beccano si scoprono poi figli di magistrati, poliziotti, avvocati...
mah, non si capisce più nulla!
giusto non generalizzare e tracciare il profilo unico dell'ultra';
"In ogni libro di riferimento, a cominciare dal piu' noto degli ultimi anni, Fedeli alla tribu',
si legge che nel comportamento ultra' si delineano uno stile di vita, una serie di simboli mentali che, negli anni del vuoto ideologico riempiono il cuore e la testa di migliaia di tifosi"
questo fa comunque riflettere su un vuoto da colmare allo stadio e a sull'esistenza di codici verbali e comportamentali di gruppo non necessariamente violenti.
un caro saluto
Lorenzo Anne Veronica
http://giramundo.splinder.com
Gli ultrà calcistici sono fondamentalmente dei dinosauri che vivono in un'era che non gli appartiene più; sono degli illusi, che mettono a disposizione di chi li sponsorizza la loro fede o quello che ne resta.
Sono dei giovani che cercano un ideale nel gruppo, perché non riescono a trovarne al di fuori.
Sono manovalanza e dirigenza al tempo stesso: ma quello che dirigono è solo un sogno, forse un'utopia.
Un abbraccio disilluso :-)
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